31 agosto 2011

I Am Legend (Piano) - My name is Robert Neville

Brian Eno - By This River

La piantina gialla

Dunque, sul terrazzo io ho una piccola piantina che produce delicati fiori gialli, in un vasetto di plastica, a sua volta infilato in un vaso di creta, senza buchi sul fondo per il drenaggio dell'acqua. Durante la mia assenza per le vacanze ho chiesto ad amici, che si trovavano in città, di dare un pò d'acqua alle piante dopo il tramonto. Hanno svolto il compito con grande solerzia, ogni sera, ma senza controllare che le radici non rimanessero immerse nell'acqua a causa della mancanza di buchi sul fondo del vaso di creta.
Quando sono tornato, la pianta era morente, per le radici troppo tempo a mollo. Il terreno era zuppo, al punto che sollevando il vasetto di platica la mancanza di consistenza di quella fanghiglia non ha fatto precipitare la pianta a terra, sradicata da sola.
Io ho molta fiducia nella voglia di vivere delle piantine che producono fiori gialli. E così ho drenato il terreno, ho scavato con le mani un buchetto, ci ho rimesso a dimora la piantina, le ho parlato un pò, ho reinfilato il vasetto di plastica nel sostegno di creta, e da allora sto attento a darle un pò d'acqua, solo quel che serve, in maniera discreta, senza esagerare.

La piantina è tornata a donarmi i suoi piccoli fiori gialli...

18 agosto 2011

Il libro che sto leggendo...

Prima di venirci a vivere, era stato soprattutto mio padre a parlarmi della città. Aveva un ufficio in piazza Municipio, e quando il suo lavoro lo portava a Napoli ci andava molto volentieri. Era solito fare i suoi acquisti in città, e una volta comprò un impermeabile, dimenticandolo in macchina. Quando tornò, non c'era più, glielo avevano rubato. Se ne era subito comprato un altro, ma meno importante e meno costoso.
Quando tornò a casa, mostrando il nuovo acquisto, raccontava del bellissimo impermeabile rubato: nel suo racconto non c'era né rabbia né rancore, Napoli era anche questo, e lui lo accettava. Chissà se qualcuno sta ancora portando un impermeabile sdrucito, in giro per le strade di Napoli, l'ombra dell'indumento rubato a mio padre. E' un'immagine che mi piace, nella quale sento qualcosa che riguarda non solo mio padre com'era, ma anche la città.
A quest'immagine ne collego un'altra: quella della prima fine dell'anno passata a Napoli. A mezzanotte il terremoto di luci e di scoppi ci colse di sorpresa. La famiglia si riunì sul balcone in preda allo stupore, mio padre buttò giù bicchieri e quel che gli veniva sotto mano. Era visibilmente felice.

Silvio Perrella, Giùnapoli, Neri Pozza.

15 agosto 2011

Una quartina di Khayyam

Null’altro siamo che non parte del gioco,
muoviamo su una scacchiera di giorni e notti;
ad ogni mossa un pezzo cade preso,
la partita continua mentre noi veniamo riposti.

14 agosto 2011

Il momento giusto per avere 16 anni

Insomma, starò scrivendo una cazzata, sicuro, ma a me sembra che si sta appressando un clima più o meno da fine del mondo come quello che si respirava in Inghilterra alla fine dei '70 - inizio degli '80. Con una manica di stronzi al posto della Tatcher. Chissà se non ci aspetta anche un Blair :-)

Comunque, questo mi sembra proprio il momento giusto per avere 16 anni. Che in questo casino la creatività sia con voi, perchè a noi che abbiamo 30 anni ce l'hanno rubata.

Art Of Noise - Moments In Love

05 agosto 2011

Il libro che sto leggendo

Andò al balcone e guardò il flusso silenzioso di auto che percorrevano il Sunset Strip. Si chiese per un istante dove stesse andando tutta quella gente, poi tornò alla sua venitreesima amante e raccolse le braccia e le gambe amputate. Le portò al balcone e le gettò al mondo, una dopo l'altra, guardandole sparire zavorrate dalla sua forza.
Ora rimanevano solo testa e tronco. Lasciò quest'ultimo dov'era e avvolse la testa in un giornale, poi la mise nella borsa della spesa. Con un sospiro, uscì dall'appartamento, e percorse il palazzo, uscendo in strada. Quando fu giù si tolse l'abito di Peggy Morton, poi la parrucca e il cappello egettò tutto in un vicolo, consapevole di avere affrontato l'equivalente di tutte le guerre della razz umana e di esserne uscito vincitore.
Tolse il suo trofeo dalla borsa e percorse il marciapiede. All'angolo vide una Cadillac splendida e bianchissima. Sistemò la testa di Peggy Morton sul cofano.

James Ellroy, Le strade dell'innocenza

04 agosto 2011

Noi possiamo essere tutto ciò che vogliamo


Lo so che è del tutto incongruo, ma oggi mi è venuto in mente un ricordo di tanto tempo fa. Era un 9 marzo, il giorno dopo la cosiddetta Festa della Donna: aspettavo il mezzo pubblico alla palina, quando alla fermata di fronte scese da un autobus una giovane trans, magrissima, scarmigliata, maltruccata e ondeggiante sui tacchi troppo alti. Ma camminava sognante, sorridendo tra sé e sé, con un mazzo di mimose in mano.

Noi possiamo essere tutto ciò che vogliamo...