28 febbraio 2013

Il libro che sto leggendo.

Tarrou, poi, sembrava essere stato favorevolmente colpito da una scena che si svolgeva sovente sul balcone dirimpetto alla sua finestra. La camera, infatti, dava suna viuzza trasversale, dove i gatti dormivano all'ombra dei muri. Ma tutti i giorni, dopopranzo, nelle ore in cui l'intera città sonnecchiava nel caldo, un vecchietto appariva a un balcone, dall'altra parte della strada. Coi capelli bianchi e ben ravviati, dritto e severo nei suoi abiti di taglio militare, egli chiamava i gatti con un "micio, micio" dolce e insieme distante. I gatti levavano dal sonno gli occhi pallidi, senza muoversi ancora. L'altro stracciava dei pezzetti di carta al disopra della via e le bestie, attirate da quella pioggia di farfalle bianche, venivano avanti in mezzo al selciato, tendendo una zampa esitante verso gli ultimi brandelli di carta. Il vecchietto sputava allora sui gatti con forza e precisione; se uno degli sputi raggiungeva il bersagio, rideva.

Albert Camus, La peste.