Mi ero sollevato sul letto. Mi prese per la spalla e mi costrinse a coricarmi di nuovo. Poi si stese al mio fianco, posò la testa sul mio cuscino. Cosa? Mi carezzava il viso? Ero davvero in me? Sentivo bene? Pazzerello, mi diceva a bassa voce, sciocchino, sfiorando con le dita il profilo del mio naso, le mie palpebre abbassate, le mie labbra. Sciocchino!
Si sollevò sui gomiti e mi ordinò di guardarlo. Fece allora questa cosa che non potevo prevedere, che non ho saputo ricevere come si deve, che non riesco ancora oggi a spiegarmi, che quella notte mi salvò dalla disperazione, che mi fece piombare in uno stato di ansiosa attesa. Si chinò sul mio viso, sempre più vicino, finchè non vidi i suoi occhi spalancati su di me, quegli stupendi occhi dai riflessi verdi, il suo respiro contro il mio, contro le mie labbra, sentii la sua bocca sulla mia, vi depose un bacio, si depose con un bacio, si appoggiò sulla mia bocca con la sua.
Dominique Fernandez, Porporino o i misteri di Napoli
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