25 gennaio 2012

Il libro che ho riletto

"E allora, che mai sarà il nostro Eros? Terreno?"
"Impossibile!"
"E allora, cosa?"
"Ripeto cose note: medio tra chi ha dentro morte, e chi non sa la morte."
"Cioè, che essere?"
"Semidio! Possente! Socrate, Socrate: ogni entità semidiviina è media fra chi ha in sé la morte e chi non ha morte."
"Quale è la forza che possiede?"
"D'intermediario e d'intercessore dal mondo umano alle divinità, e dal divino mondo all'uomo: di suppliche e di riti da una parte, di contraccambi ai riti giù dall'altra. Colma lo spazio mediano fra gli estremi, così nel complesso sta unitario e saldo l'universo. L'arte oracolare passa tutta per l'essere semidivino: così la sapienza sacerdotale relativa ai fuochi sacri, ai cerimoniali iniziatori, incantesimi, preveggenze, armamentario del mistero. Dio all'uomo non si mischia: l'intera trama dei rapporti, il colloquio fra divinità e uomo, nella vita sveglia o dei sogni, si svolge tramite il semidivino. Chi è maestro in questa sfera è un uomo semidivino: chi ha capacità in altri rami, lavoro della terra, fatica d'officina o altro, è semplice operaio. Questi esseri semidivini sono numerosi e diversificati. E fra loro, eccolo, lui, Eros."
"Padre" dissi io allora "madre: chi sono?"
"Faccenda complicata" disse lei "da dipanare: ma per te voglio farlo. Un bel giorno nacque Afrodite, e c'era una gran tavolata di dèi. C'erano tutti. C'era anche Espediente, figlio di Mente. Alla fine del pranzo arrivò Fame: c'era abbondanza e lei voleva chiedere qualcosa. S'aggirava sull'entrata. Ecco dunque Espediente, ebbro di nettare - il vino non era ancora stato inventato - che entra nel giardino di Zeus e cade subito in un sonno di piombo. Fame, che aveva in testa, come rimedio della sua miseria, d'avere un figlio da Espediente, gli si sdraia accanto e restò incinta d'Eros. Per questo Eros divenne sacerdote d'Afrodite e suo accolito: concepito com'era stato nel giorno natale della dea, e pieno per questa sua natura di trasporto erotico verso le cose belle, dal momento che Afrodite è eternamente bella. Proprio perchè figlio di Espediente e di Fame, Eros s'è trovato conformato nel seguente modo. Primo: è perennemente affamato, altro che stupendo e vellutato, come la maggioranza pensa. Ruvido, ispido, scalzo, sfrattato, buttato sui sassi, sempre, senza un letto, dorme ai quattro venti sulle soglie, per le strade, poiché ha in sé la fibra della madre. Coinquilino eterno di miseria. Per parte di padre è predone, ai danni di belli e valorosi, cacciatore fantastico, sempre ad annodare trappole, pieno di virilità, teso come un arco, onnipresente, fuoco e fiamme per sapere tutto, colmo di bravura, attaccato alla sapienza ogni momento della vita, stregone pauroso, fascinatore, un cervello insomma. Poi la sua fibra non è né senza morte, né con la morte in sé, ma capita che talvolta nello stesso giorno sia florido e vitale, quando gli va tutto bene, poi defunge, ed eccolo risorgere vivo grazie alla fibra paterna, ma ha le mani bucate con quantola bravura gli procura. Così non si può mai dire che Eros non sia bravo a procurarsi, o che sia, al contrario, ricco. E' al centro, fra mente aperta e oscurità [...]"

Platone, Simposio, Mondadori.

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