13 marzo 2012

Minuzie di quando mamma era in ospedale

A un certo punto, quando mia mamma fu operata, arrivò il momento di scegliere una donna, una sorta di badante, che potesse assisterla anche di notte, e mia zia fece il nome di tale Luba. O Ljuba, come si direbbe in ucraino. La mia mente subito corse a quel pezzo di figliola, ritratta su in foto, che apparve inizialmente su Met-Art, e successivamente fu resa strafamosa dalle pagine di Hegre-Art (allora Hegre-Archives: questo link è meglio che non ve lo metto), giustamente convolata col fottografo Petter Hegre, che peer primo l'aveva lanciata. Cominciai, pertanto, ad attendere ansiosamente.

La persona che si presentò non era lei, purtroppo. Capirete come ci rimasi male.
***
Quando mamma stava in ospedale le giornate si chiudevano sempre con la fantastica cena insieme a papà (preparata da lui). Devo dire che a mio papà non inizia neanche la digestione se mentre mangia non vede Walker Texas Ranger, e credo che Chuck Norris dovrà invitarlo a casa tutte le sere, quando Rete4 non lo manderà più in onda. Come sapete, le puntate hanno una trama piuttosto costante: Walker attraversa delle difficoltà nella soluzione di casi (omicidi, traffici internazionali di barre di uranio, invasioni di alieni) che normalmente esulano dalle competenze di un Texas Ranger (mi sono informato, ed è di poco più importante di un vigile urbano), ma che lui supera grazie all'affetto degli amici, al pensiero olistico di ispirazione nativa americana, e a una notevole dose di botte nel migliore stile di karate. I cattivi sono sempre brutti, o palesemente viscidi, o neri, o latinoamericani. In genere, lungo la puntata, ma specialmente alla fine, sono elargiti pistolotti e insegnamenti moraleggianti che ruotano per lo più attorno al concetto di Dio, Patria, Famiglia, e contro l'uso di droghe, sesso prima del matrimonio, pornografia in rete (tutte cose alle quali siete favorevoli se mi state leggendo). Di recente, trovai estremamente interessante guardare in tv l'attore Chuck Norris festeggiare per la vittoria di un candidato repubblicano (quindi un fascistone) durante le fasi iniziale delle primarie in America. Anche lì la politica si sposa con lo spettacolo, pensavo.
In genere non presto attenzione a questa cagata, ma una sera saltai sulla sedia quando, durante la puntata, i cattivi di turno (un nero e un bianco palesemente viscido) parlarono di un traffico di gas Sarin con l'Irak. Gli sceneggiatori, prima del 2001, anno in cui la produzione della gigatesca cagata cessò, per grazia di Dio, trovavano perfettamente normale attribuire intenti terroristici a un governo straniero, nella fattispecie quello iracheno, riconosciuto in sede ONU, e farci sopra una puntata di un telefilm.
Capii, allora, perchè la maggioranza degli statunitensi, prima che gli USA invadessero l'Irak, avrebbero messo la mano sul fuoco sull'alleanza tra Saddam Hussein e il terrorismo internazionale di matrice islamica. Capii che se crei il clima giusto, con sufficiente anticipo, dopo puoi fare tutto. Capii anche che l'onda lunga che aveva sorretto i repubblicani negli anni prima di Obama era stata il frutto di un costante martellamento culturale, che si era svolto nei luoghi di culto evangelici, nello spettacolo, nell'informazione, e che con le sue parole d'ordine e le sue bugie aveva reso ovvio ciò che ovvio non era. Bastardi.
Ancora una volta ebbi conferma del potere della parola.

Nessun commento:

Posta un commento