24 ottobre 2010

Imboscata al centro di Napoli

Al semaforo sotto casa dei miei genitori c'è un ragazzo di colore, di quelli che puliscono i vetri. Dato che la mia auto è completamente cacata dai colombi, decido che forse è il caso di farla pulire un pò: accosto, e mi metto d'accordo per una modesta cifra. Il ragazzo si mette alacremente al lavoro su vetri e tettuccio, mentre io leggo il giornale, fiero "masto" di questo car-wash improvvisato, e del "guaglione". Fumo anche un pò, per darmi ulteriormente un contegno. Gli faccio qualche domanda, gli chiedo delle profonde cicatrici simmetriche, quattro per lato, che ha sugli zigomi fin quasi alle tempie. Mi risponde che glie le ha fatte il padre: "Tradisciòne!" e mi sorride. Sono contento che qui abbiamo la tradizione della pastiera e torno a leggere il giornale.
A un certo punto, al semaforo fermano quattro furgoni dei carabinieri, ovviamente pieni di militari cazzutissimi e con gli occhiali scuri, in assetto anti-qualcosa. Si affaccia l'autista del primo furgone, e girato all'indietro, urla "qualcuno sa adesso dove dovemo annà?". Facce interrogative. La piccola colonna di mezzi rimane ferma alcuni minuti, finchè dall'ultimo furgone viene fuori un carabiniere con un tom-tom in mano, uguale a quello che ho io: avrei immaginato qualcosa di più spaziale. In ogni caso, neanche col tom-tom sanno decidere che direzione prendere, per cui il capocolonna, incazzatissimo e sempre più robocop, si butta a destra, e cioè  prende una direzione a caso. Quella sbagliata, probabilmente: se avessero dovuto andare a Terzigno, dove sta succedendo quel che succede, avrebbero dovuto andare a sinistra.
E poi mi dico che, se si perdono così, al centro di Napoli, è normale che cadano nelle imboscate in Afghanistan.


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