Letteralmente: La Moratti mette la fune di notte.
Con ordine: è un'espressione napoletana, che risale al periodo in cui non esisteva l'illuminazione stradale, e le strade di notte erano pericolose. A quel tempo i ladri si organizzavano tendendo un canapo da un lato all'altro della strada, facendo inciampare nell'oscurità il passante distratto, e alleggerendolo del portamonete. In buona sostanza, mettere la fune di notte equivale a tendere un agguato vile.
E un agguato vile è proprio quello che ha teso la Moratti ai danni di Pisapia. Al termine del confronto televisivo tra i due candidati, la Moratti ha accusato l'avversario di avere subito 30 anni fa una condanna per favoreggiamento di un pestaggio, e di essere stato amnistiato. Dato che le regole del confronto stabilivano che all'ultimo intervento del sindaco uscente non ci sarebbe potuta essere replica da parte dello sfidante, si capisce bene come questo colpo, tenuto accuratamente in serbo per l'intera trasmissione, equivale a un agguato vile dal quale Pisapia non aveva alcuna possibilità di difendersi.
Peraltro, e qui viene il bello, l'accusa è falsa. Pisapia non c'entrava niente col pestaggio: fu assolto e non amnistiato, e il moderatore del confronto si è sentito in dovere di ricordarlo ai telespettatori. Si attende una querela alla Moratti da parte di Pisapia.
L'accaduto, oltre che rendere conto della pochezza della Moratti e del suo staff (disinformata lei, è stata malamente addestrata dai suoi spin doctors altrettanto disinformati), preoccupa per la leggerezza con la quale l'argomento è stato usato, per il momento in cui è stato usato, per i toni perentori con cui è stato usato, e fa rabbrividire per l'evidente carica potenziale di violenza contenuta nel messaggio veicolato: un'accusa dalla quale non ci si può difendere equivale a una mazziata al buio, alla somministrazione di botte e olio di ricino, a un avvertimento mafioso.
Ma forse potrà un giorno far rallegrare perchè, evidentemente, una Moratti con dei sondaggi migliori non si sarebbe mai sognata di fare un passo così lungo. In ogni caso una riprova del fatto che l'ex ministro non può continuare a fare il sindaco di Milano: forse di tanta arroganza gli elettori moderati terranno conto.
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