02 gennaio 2011

Me pare nu'casale assacchiato

Espressione bellissima di mia mamma che così commentava lo stato della mia stanza quando ero ragazzino: "Me pare nu' casale assacchiato". Mi sembra un villaggio saccheggiato. Subito mi venivano alla mente immagini di rovine fumanti e fiamme non ancora domate, bestiame rubato, confusione, porte divelte dai cardini, animali uccisi, donne violentate, tutto messo a soqquadro dopo il passaggio di un esercito di truppe mercenarie dirette verso l'assedio di Napoli. PTranne che per le porte divelte dai cardini, più o meno la mia stanza, appunto.

Tutto contento, di recente l'ho ritrovata nel Cunto de li cunti, di Giovanbattista Basile, e precisamente nel racconto La preta de lo gallo, Trattenemiento primmo de la iornata quarta, dove si legge: "la vocca, ch'era no casale sacchiato, se popolaie de diente": la bocca, che era un villaggio saccheggiato, si popolò di denti. Dato che sono un napoletano conservatore, mi farebbe specie che a casa mia si usassero espressioni e modi di dire più recenti del '600.

Riguardo a cosa fossero prima, e cosa siano oggi i cosiddetti Casali di Napoli, vi ricorderò un'altra espressione bellissima di mia mamma. Supponiamo che io sia di ritorno da una passeggiata, e che a piedi abbia fatto un tragitto particolarmente lungo. Commentando la distanza percorsa, mia madre direbbe: "Haje cammenato Napule e 36 Casale". Cioè hai camminato per Napoli e tutti i 36 villaggi del circondario. L'espressione mi sa che è antica. In effetti, in età medievale Carlo II concedette a 36 villaggi intorno a Napoli le stesse esenzioni fiscali di cui godeva la città (anche se di molti casali si fa menzione anche in documenti precedenti Federico II). Per capire quanto fosse lunga la passeggiata cui farebbe riferimento mia mamma,  ve li elenco come li cita il Summonte (1748):
Est) Torre Annunziata, Resina, Portici, San Sebastiano, San Giorgio a Cremano, Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio
Nordest) Afragola, Casalnuovo, Casoria, San Pietro a Patierno, Frattamaggiore, Arzano, Casavatore, Grumo, Casandrino, Melito.
Nordovest) Marano, Mugnano, Panecuocolo, Secondigliano, Chiaiano, Calvizzano, Pollica, Piscinola, Marianella, Miano.
Ovest) Antignano, Arenella, Vomero, Torricchio, Pianura, Santo Strato, Ancarano, Posillipo.
Sono 37, anche se il Summonte, per altro, specifica che Torre del Greco è un castello, sebbene abitato, per cui torneremmo a 36, e il modo di dire di mia madre risalirebbe diciamo almeno alla metà del XVIII secolo: la mia passeggiata escluderebbe dunque Torre del Greco (e mi dispiace per gli amici che abitano lì). Elenchi compilati da autori precedenti al Summonte danno un numero maggiore di casali, comprendendo ad esempio:
Salice, Capodichino, Capodimonte, Soccavo, Fuorigrotta, Pazzigno, Serino ed altri ancora (Mazzella, 1601).
Alcuni di questi sono comuni a se stanti: altri un tempo lo erano, ma a Mussolini faceva piacere avere un'altra città sopra il milione di abitanti, e così li fece accorpare al municipio di Napoli (e questo è uno dei motivi per cui da noi si sta stretti).

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