01 novembre 2011

La lune

Il diciottesimo arcano maggiore. Proprio come in un piccolo presepe, tante figurine si affollano in un paesaggio notturno, dominato da una luminosa luna crescente, nel quale il tempo sembra essere sospeso: una peschiera, due cani che abbaiano, un paesaggio con torri in lontananza. La scena è delicatamente immobile, come quelle, ingenue, che immaginavo io, bambino, quando mia nonna mi faceva sedere vicino e mi raccontava qualcuna delle sue fiabe in dialetto. La luna incanta gli animali fantastici che dormono sul fondo della peschiera, e li attira verso la superficie. Mia nonna era molto ricettiva, molto dolce: la ricordo ormai protetta dal suo orecchio duro, già abbastanza lontana dalle cose del mondo, muovere incessantemente le labbra, in silenzio, per recitare rosari. La carta della luna è femminile, legata alla nostra immaginazione, alla nostra ricettività. Mia nonna si alzava la mattina prestissimo, per andare in chiesa e pregare all'alba. Ci sono forze profonde, intuizioni, sepolte da qualche parte, che possiamo incantare e riportare a noi. Mia nonna, che mi amava molto, che era pazza di me.

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